La Resilienza dei Ghiacciai è Compromessa: Nuove Prospettive dalla Ricerca Internazionale


ENGLISH VERSION BELOW

La capacità dei ghiacciai di resistere agli effetti del cambiamento climatico, grazie alla loro naturale funzione di raffreddamento dell'aria circostante, rappresenta un elemento cruciale nello studio delle risposte del nostro pianeta alle sfide ambientali. Tuttavia, una ricerca di grande prestigio, pubblicata sulla rivista Nature Climate Change (https://www.nature.com/articles/s41558-025-02449-0) mette in luce aspetti sorprendenti del modo in cui i ghiacciai reagiscono alle variazioni di temperatura dell’aria. 

Il 10 ottobre scorso è stato infatti pubblicato sulla prestigiosa rivista l'articolo : "Mountain glaciers recouple to atmospheric warming over the twenty-first century" (Thomas E. Shaw 1 , Evan S. Miles 2,3,4, Michael McCarthy 1,2, Pascal Buri 5, Nicolas Guyennon 6, Franco Salerno 7,8, Luca Carturan 9, Benjamin Brock 10 & Francesca Pellicciotti 1).

Il team di ricercatori internazionali, coordinato da Francesca Pellicciotti e Thomas Shaw dell’Institute of Science and Technology Austria (ISTA), in collaborazione con Franco Salerno dell’ISP-CNR e Nicola Guyennon dell’IRSA-CNR, ha condotto analisi approfondite sfruttando un’ampia raccolta di dati provenienti da oltre 350 stazioni meteorologiche distribuite su 62 ghiacciai in tutto il mondo. Il gruppo ha sviluppato un modello globale innovativo che permette di stimare quanto a lungo i ghiacciai continueranno a esercitare questo effetto di raffreddamento, noto come “decoupling” tra temperatura del microclima glaciale e ambiente circostante.

Secondo i risultati pubblicati su Nature Climate Change, i ghiacciai dovrebbero raggiungere il loro apice di auto-raffreddamento entro il prossimo decennio. Da quel momento in poi, le temperature aumenteranno più rapidamente, accelerando fenomeni di fusione e ritiro glaciale. Franco Salerno di ISP-CNR e collaboratore di EvK2CNR afferma: “Possiamo parlare di resilienza dei ghiacciai alla fusione, ossia i ghiacciai raffreddano l’aria circostante e si proteggono dai cambiamenti climatici. Ma questo effetto non durerà a lungo.” La perdita di questa naturale protezione comporterà un rapido peggioramento della situazione glaciale, segnando il declino esponenziale di molte masse di ghiaccio.

I nuovi risultati nascono da un progetto Marie Curie di Tomas Shaw e Francesca Pellicciotti, che si è sviluppato in parallelo alla collaborazione con i ricercatori del CNR intorno ai dati climatici del Laboratorio Piramide (https://www.evk2cnr.org/en/pyramid-observatory-laboratory), gestito dal CNR e dall’Associazione EvK2CNR in Nepal, a 5000 metri sul Monte Everest. 

Nicolas Guyennon ci racconta: “I dati climatici ad alta quota sono rari in tutto il mondo e la capacità di monitorarli in modo continuo, oltre i 5000 m, per 30 anni, è un’impresa che è riuscita solo al Laboratorio Piramide. Questo risultato è stato possibile grazie a Kaji Bista e agli altri tecnici di EvK2CNR che affrontano quotidianamente condizioni estreme.” Questo lavoro ha permesso di ampliare le conoscenze sulle condizioni climatiche di alta montagna, ponendo le basi per strategie di monitoraggio e adattamento più efficaci.

La ricerca, nata nel quadro di un progetto Marie Curie, ha visto EvK2CNR svolgere un ruolo chiave nella raccolta e nell’analisi di dati climatici pionieristici. Il contributo di EvK2CNR rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la comprensione dei meccanismi climatici in ambienti estremi, e lo studio pubblicato ne evidenzia l’importanza nel quadro delle sfide globali del riscaldamento.

Come sottolinea Thomas Shaw, è imprescindibile riconoscere che non possiamo più fermare il processo di fusione dei ghiacciai, ma possiamo e dobbiamo ridurre drasticamente le cause del riscaldamento globale. La sfida attuale, oltre alla riduzione delle emissioni, riguarda il rafforzamento delle reti di monitoraggio, in particolare nelle regioni montane ancora poco rappresentate dai dati, per poter supportare previsioni più accurate e strategie di mitigazione più efficaci.

Infine, Franco Salerno evidenzia: “Siamo convinti che aver reso questi dati disponibili aprirà nuove prospettive di ricerca sul cambiamento climatico e i suoi effetti in Himalaya e in generale una maggior conoscenza sul clima in alta quota nell’Anno Internazionale dei Ghiacciai.” In un contesto globale, questa ricerca rappresenta un esempio di come la scienza possa contribuire alla consapevolezza e alla tutela del nostro pianeta. EvK2CNR continuerà a svolgere un ruolo di primo piano in questa sfida, portando avanti studi di alto profilo.


The ability of glaciers to withstand the effects of climate change, thanks to their natural cooling function of the surrounding air, represents a crucial element in studying our planet's responses to environmental challenges. However, a highly prestigious study published in Nature Climate Change (https://www.nature.com/articles/s41558-025-02449-0) sheds light on surprising aspects of how glaciers react to air temperature variations.

On October 10th, the article titled "Mountain glaciers recouple to atmospheric warming over the twenty-first century" was published in the renowned journal, authored by Thomas E. Shaw, Evan S. Miles, Michael McCarthy, Pascal Buri, Nicolas Guyennon, Franco Salerno, Luca Carturan, Benjamin Brock, and Francesca Pellicciotti.

This international research team, coordinated by Francesca Pellicciotti and Thomas Shaw from the Institute of Science and Technology Austria (ISTA), in collaboration with Franco Salerno of ISP-CNR and Nicola Guyennon of IRSA-CNR, conducted extensive analyses based on a comprehensive dataset collected from over 350 meteorological stations distributed across 62 glaciers worldwide. The group developed an innovative global model that estimates how long glaciers will continue exerting this cooling effect, known as "decoupling," between microclimate temperature and the surrounding environment.

According to the results published in Nature Climate Change, glaciers are expected to reach their peak of self-cooling within the next decade. After that, temperatures will rise more rapidly, accelerating melting and glacial retreat. Franco Salerno of ISP-CNR and a collaborator of EvK2CNR states: “We can talk about glacier resilience to melting, meaning glaciers cool the surrounding air and protect themselves from climate change. But this effect will not last long.” The loss of this natural protection will lead to a rapid deterioration of glacier conditions, marking an exponential decline of many ice masses.

The new findings stem from a Marie Curie project led by Thomas Shaw and Francesca Pellicciotti, developed alongside collaboration with CNR researchers around climatic data collected at the Pyramid Laboratory (https://www.evk2cnr.org/en/pyramid-observatory-laboratory), managed by CNR and the EvK2CNR Association in Nepal, at 5,000 meters on Mount Everest.

Nicolas Guyennon explains: “High-altitude climatic data are rare worldwide, and the ability to monitor them continuously above 5,000 meters for 30 years has only been achieved by the Pyramid Laboratory. This achievement was made possible thanks to Kaji Bista and the other technicians of EvK2CNR, who face extreme conditions daily.” This work has expanded our understanding of high mountain climate conditions, forming a foundation for more effective monitoring and adaptation strategies.

This research, born within the framework of a Marie Curie project, saw EvK2CNR play a key role in collecting and analyzing pioneering climatic data. EvK2CNR’s contribution is a vital reference point for understanding climate mechanisms in extreme environments. The published study highlights its importance in the context of global warming challenges.

As Thomas Shaw emphasizes, “It is crucial to recognize we can no longer stop the glaciers from melting, but we can and must drastically reduce the causes of global warming.” The current challenge, beyond emissions reduction, involves strengthening monitoring networks, especially in mountain regions still poorly represented by data, to support more accurate predictions and more effective mitigation strategies.

Finally, Franco Salerno underscores: “We are convinced that making these data publicly available will open new horizons for climate change research and its effects in the Himalayas, contributing to a broader understanding of high-altitude climate conditions during the International Year of Glaciers.” Globally, this research exemplifies how science can contribute to awareness and planetary protection. EvK2CNR will continue to play a leading role in this endeavor, advancing high-profile studies for the future.