Giornata mondiale delle foreste: dalle Alpi al Karakorum una risorsa da tutelare 

BERGAMO, 21 marzo — Jean Giono nel suo splendido racconto “L’uomo che piantava gli alberi” narra una storia bellissima, quella di un uomo che con pazienza e metodicità a furia di piantare alberi in una landa desolata e deserta riesce a trasformare il paesaggio, a far tornare l’acqua, la vita e gli uomini in quel territorio. Si celebra oggi per la prima volta, la Giornata Mondiale delle Foreste, giornata istituita dall’Onu allo scopo di sensibilizzare e promuovere una gestione sostenibile e attività di salvaguardia delle foreste. Evk2Cnr è in prima linea da diversi anni attraverso ricerche scientifiche, progetti di forestazione e campagne di sensibilizzazione per la salvaguardia di foreste montane.

 

Quando si parla di deforestazione selvaggia il pensiero va in primis agli enormi alberi della foresta amazzonica abbattuti dalle ruspe, ma quella amazzonica non è l’unica foresta a dover essere salvata. La Fao ha lanciato nel dicembre 2011 un allarme per l’habitat delle montagne nel suo rapporto Mountain Forests in a Changing World che evidenzia come l’integrità e la capacità di risposta delle foreste di montagna siano minacciate dall’aumento delle temperature, dagli incendi, dall’incremento demografico e dall’insicurezza alimentare ed energetica.

71.801 alberi impiantati  per un’estensione di 217 ettari nelle valli del Pakistan, sono questi, solo alcuni dei numeri che mostrano l’impegno recente di EvK2Cnr in questo ambito. Dal 2010, all’interno del progetto SEED, il comitato EvK2Cnr in collaborazione con il Dipartimento TESAF dell’Università di Padova svolge una specifica attività di ricerca sulle foreste del Central Karakourm National Park in Pakistan, attività integrata nel management plan del parco sviluppato nell’ambito del progetto SEED, adottato e approvato di recente dal Governo del Gilgit Baltisan.

Le foreste montane vanno salvaguardate per diversi motivi. Esse rappresentano in primo luogo, per quasi un ottavo della popolazione mondiale che in montagna vive, una fonte di sostentamento,  per le risorse che l’habitat delle foreste montane garantisce. Oltre a questo poi le foreste svolgono un fondamentale ruolo per garantire stabilità e sicurezza del territorio: frane, smottamenti, alluvioni, valanghe sono fenomeni mitigati e ridotti dalla presenza delle piante. Provando ad allargare ulteriormente la prospettiva, le foreste montane svolgono poi un ruolo di primaria importanza anche per le popolazioni a valle, l’acqua infatti viene filtrata e depurata grazie alla presenza di alberi divenendo in questo modo potabile. Le montagne e le loro foreste infine sono veri e propri serbatoi di biodiversità.

Efrem Ferrari, giovane ricercatore di Evk2Cnr e dell’Università di Padova,  meno romanticamente del personaggio di Giono, ma molto concretamente, è uno dei ricercatori coinvolti in prima linea nel progetto SEED relativo al Central karakourm National Park. Gli abbiamo chiesto di raccontarci le direttive principali del progetto,  ciò che è stato fatto e quali sono gli sviluppi previsti.

“Ridurre la deforestazione e il degrado delle foreste montane del Parco – dice Ferrari -, conseguenti sia all’aumento demografico, sia alle scarse tecniche gestionali che al taglio illegale di piante, è uno dei principali obiettivi. Determinante per conseguire dei risultati concreti e duraturi rispetto ad una gestione sostenibile delle aree boschive è stato e sarà il coinvolgimento diretto e costante delle comunità locali. In termini operativi lo studio delle foreste presenti all’interno del Parco è iniziata con il loro inventario e la loro classificazione, distinte per tipologia e biomassa (o volume legnoso), attraverso l’uso immagini satellitari. A seguito di specifici rilievi eseguiti sul campo si è potuto stimare l’incremento della massa arborea nelle singole foreste, cioè la quantità di legname che, annualmente, viene prodotta naturalmente dalla vegetazione arborea esistente. Stima dell’incremento che è da considerarsi come dato fondamentale per una gestione forestale sostenibile: se infatti il prelievo totale annuale di legname non supera l’incremento nel frattempo avvenuto, il “capitale bosco” non verrà intaccato e quindi potrà mantenere costante nel tempo le quantità totali in essere”.

“Attraverso una serie di interviste effettuate in alcune valli-studio – conclude Ferrari -, abbiamo quindi cercato di stimare i consumi medi di legna da ardere e da opera da parte delle comunità locali. Incrociando tali dati con quelli dell’incremento boschivo naturale abbiamo identificato i villaggi con rischio maggiore di deforestazione. Rispetto agli obiettivi generali del Progetto, inoltre, sono tutt’ora in corso specifiche attività di sensibilizzazione e di istruzioni pratiche di buona gestione forestale rivolte alle comunità locali. Durante il 2012, infine, sono state avviate due campagne di raccolta di semi di conifere locali (pino ed abete) che verranno seminati nel corso della primavera 2013 in due aree, individuate in accordo con le Comunità stesse, per dare concreto avvio ai primi esempi di riforestazione promossi dal Parco.”

 
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