Piramide dell’Everest, “un medico in famiglia” a distanza 

BERGAMO — Se in questo momento vi trovaste a 5050 metri di quota, in una valle remota, ai piedi della montagna più alta della Terra, riparati in una struttura a forma di Piramide e vi sentiste male, potreste essere curati da un medico valdostano, seduto davanti ad un monitor: presa visione dei vostri parametri vitali appena rilevati, potrebbe inviarvi tramite web o a voce un consulto all’istante. E forse potrebbe salvarvi la vita.

 

È infatti in corso in questi giorni la fase pilota del progetto di telemedicina promosso da EvK2CNR in collaborazione con l’ASL della Valle d’Aosta. L’ obiettivo del progetto è stabilire una connessione web tra il Laboratorio Osservatorio Piramide gestito da EvK2CNR e il Centro di Medicina Montana dell’Ospedale della Valle D’Aosta al fine di trasmettere dati medici e parametri fisiologici e poter ricevere un consulto medico telematico. È un esperimento pilota che potrà servire anche ad altre aree nepalesi o altre aree remote del pianeta.

Certo non è così probabile che vi troviate nella valle del Khumbu. Eppure si tratta di una zona sempre più frequentata. Durante l’anno, oltre ai 20 tecnici del Laboratorio, sono ospiti presso la Piramide circa 200 ricercatori provenienti da tutto il mondo con i loro portatori. La zona è sempre più frequentata anche da turisti: ogni anno si registrano circa 30.000 ingressi nel parco del Sagarmatha di cui almeno un terzo passa per l’alta valle del Khumbu. Il progetto in corso acquista così una doppia valenza. Da un lato si tratta di testare alcune procedure applicabili in altre zone remote, dall’altra di una fase pilota che potrebbe fornire in modo permanente un supporto medico occasionale in una zona altrimenti poco attrezzata per l’assistenza medica.

In questo contesto difficile in alta quota i principali problemi di salute sono mal di montagna acuto e ipotermia , ma non di rado si possono verificare anche problemi infettivi, ferite o traumi.

Il Dott. Fabio Zanardi , del Centro di Medicina Montana dell’Ospedale della Valle D’Aosta, ha raggiunto la Piramide portando con sé: uno sfigmomanometro, per misurare la pressione sanguigna; un holter saturimetro per misurare la percentuale di ossigeno nel sangue e di monitorarla in un lasso di tempo prolungato; un termometro; un elettrocardiogramma.

Durante la permanenza gli obiettivi saranno diversi. Per primo installare e testare il sistema e il collegamento con la Valle d’Aosta. In questi giorni poi Zanardi si occuperà di formare il personale della Piramide a utilizzare gli strumenti e a configurare la rete in modo che sia totalmente indipendente. A questo scopo saranno simulati diversi scenari per permettere di mostrare come devono essere gestite le diverse situazioni (mal di montagna; valanghe; traumi, infezioni etc).

Se tutto andrà come deve, in Valle d’Aosta riceveranno via web un documento inviato dal personale della Piramide: una scheda paziente che prevede una breve storia clinica una serie di dati al fine di poter ricevere un teleconsulto. I dati clinici dei pazienti saranno memorizzati nella banca dati informatica dell’ospedale di Aosta, nel rispetto delle norme sulla privacy. 

“Si tratta del primo esempio di sperimentazione così strutturata in altissima quota in così loghi remoti” ci spiega Guido Giardini, responsabile del Centro di medicina di montagna dell’Ospedale di Aosta e presidente della Società italiana di medicina di montagna che patrocina l’iniziativa.

A Giardini abbiamo chiesto quali si aspetta che siano i tipi di intervento più utili. “A quella quota le ci aspettiamo chiamate legate ai disturbi d’alta quota: possibili edemi polmonari e cerebrali, problemi di ossigenazione del sangue, mal di testa, perdita di equilibrio nausea etc. In questo contesto è fondamentale tentare stabilizzare il paziente con consigli a distanza e discriminare quali casi richiedono evacuazione urgente quali sono invece sintomi nella norma che non destano particolare preoccupazione. Un’altra patologia in alta quota anche per ricercatori e turisti sono i congelamenti: basta una foto allegata alla cartella clinica e si da un parere su tipo e grado di congelamento e di trattamento, ogni grado ha infatti la sua specifica terapia.

Continua Giardini “L’ipotesi è di poter fornire un consulto medico garantito 24 su 24. Per questi motivi ci auguriamo che questa fase pilota sia seguita da un servizio permanente vero e proprio”.

“Frequento la Piramide da più di 20 anni. – dichiara Gian Pietro Verza, responsabile tecnico di EvK2CNR – L’esperienza mi ha insegnato che l’ipossia vicina al 50 % tipica di questa area riduce sensibilmente l’efficienza del sistema immunitario e non permette facilmente il recupero da quadri clinici complessi. Sarà di grande importanza capire grazie a un parere medico quali decisioni prendere; se è necessario scendere di quota e nel caso se l’urgenza richiede l’uso dell’elicottero, assai costoso e qualche volta rischioso”.

Altro capitolo sarebbe quello delle ripercussioni legali dei consulti medici forniti. Mentre in altri Paesi il consulto medico a distanza è considerato come un atto medico legalizzato, in Italia non è ancora così. Ai visitatori in difficoltà in Piramide probabilmente sembrerà una questione poco rilevante, ma non è detto che sia così.

 
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